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Storia del pomodoro
Breve storia del pomodoro e del suo arrivo in Europa
Il pomodoro insieme a mais, fagioli, patate e cacao e tra le tante piante arrivate in Europa dall’America latina. È originario delle regioni basse delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in Messico. Lo stesso nome pomodoro prende origine dal nome azteco “tomatl”, che significa “frutto polposo”, e solo in un secondo momento i conquistadores spagnoli modificarono il termine in “tomate”. La sua diffusione in Europa iniziò nel XVI secolo, quando i conquistadores spagnoli lo portarono in Spagna e in Italia. Inizialmente, il pomodoro fu considerato una pianta ornamentale e non veniva utilizzato come alimento. Fu solo nel XVII secolo che il pomodoro iniziò a essere consumato come alimento in Europa, anche se inizialmente era considerato velenoso e veniva utilizzato solo come decorazione per i tavoli. Siviglia, importante città internazionale del passato, fu probabilmente la prima città europea a conoscere questo frutto saporito. Nel 1544, Pietro Andrea Mattioli, erborista, diede l’appellativo al pomodoro di “mala aurea”, cioè mela d’oro, visto che al tempo i frutti erano soprattutto dorati e nel 1554, viene menzionata invece una varietà rossa. Nello stesso anno un Dodoens, erborista olandese, ne fece una descrizione dettagliata e si iniziarono al tempo ad attribuire al pomodoro poteri afrodisiaci. Per questo motivo venne anche chiamato “pomme d’amour” in francese e “love apple” in inglese. L’espressione siciliana pumurammuri, deriva proprio dal francese Pomme d’amour, mentre la parola pommarola deriva dall’espressione pomme d’or.
Il 31 ottobre 1548 a Pisa Cosimo de’ Medici riceve dalla tenuta fiorentina di Torre del Gallo un cesto di pomodori nati da semi donati alla moglie, Eleonora di Toledo, dal padre, Viceré del Regno di Napoli. Dalla Sardegna, il pomodoro viene portato a Genova e da lì, grazie anche a un clima favorevole, si diffonde in tutta la Liguria e in altre parti d’Italia comprese Milano e Torino.
Il pomodoro italiano San Marzano, originario dell’omonimo paese della Campania (San Marzano sul Sarnio) si sarebbe diffuso a partire dalla fine del XVIII secolo quando furono inviate le sementi al regno di Napoli dal viceré del Peru. Nel 1590 nel quadro chiamato Vertumno, conosciuto anche come Ritratto di Rodolfo II di Giuseppe Arcimboldo, dipinse l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo col suo stile inconfondibile in una composizione di ortaggi nella quale compariva il pomodoro. Francesco Gaudentio, nel suo libro di ricette Il panunto Toscano del 1705, inserisce una ricetta col pomodoro; ma fu Vincenzo Corrado, nel suo trattato dal titolo Il cuoco galante, a lodare il pomodoro prima di proporre i numerosi utilizzi del pomidoro.
La salsa di pomodoro che oggi in Italia (ma non solo: si pensi a Stati Uniti, Spagna, Argentina, Brasile, Francia )è diffusa in ogni dove, viene menzionata per la prima volta in una ricetta napoletana del 1692 nella quale viene chiamata “salsa di pomodoro alla spagnola”. Nel corso del XX secolo, il pomodoro divenne uno dei principali produttori italiani, con una produzione annuale di circa 5 milioni di tonnellate. Oggi, il pomodoro è uno degli alimenti più diffusi e apprezzati in Italia e nel mondo, e viene utilizzato in moltissime preparazioni culinarie. In Italia, il pomodoro è uno degli ingredienti base della dieta mediterranea, considerata una delle più sane al mondo. Il pomodoro è anche una delle principali colture agricole italiane, con una produzione annuale di circa 5 milioni di tonnellate.

Marco Sadori scrive di storia dell'alimentazione e degli interscambi culturali a tavola tra l'Italia e gli altri Paesi.
Ha pubblicato la raccolta di storie brevi incentrate sul cibo Racconti sottolio (con un glossario dedicato ai cibi del mondo) per Ultra edizioni e ha in corso di pubblicazione con la casa editrice Leucotea, un doppio saggio sulla Storia della cucina italiana dall'antica Roma ai giorni nostri.
Scrive articoli sui cibo e altri piaceri superflui e organizza workshop e conferenze sull'argomento.
Per collaborazioni scrivere a: irisbandb@gmail.com
o contattare il 328 27 70 147
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